Non aggiungere, ma togliere
In questi giorni riflettevo su una questione che riguarda la maggior parte delle persone e cioè quello di provare frustrazione.
Che sia di natura personale o professionale, non importa, c’è.
E quando l’essere umano prova frustrazione, il modo più veloce per metterla a tacere è aggiungere.
Aggiungere nell’armadio l’ennesimo paia di scarpe o quel maglioncino così carino nonostante i cassetti siano pieni di quella roba, andare all’ennesimo aperitivo, comprare un altro oggetto, assecondare ancora un altro attacco di fame nervosa che ci darà gioia e soddisfazione forse per le prime 2/3 ore, poi l’effetto anestetizzante svanirà e tornerà a fare capolino la solita insoddisfazione.
Non ci rendiamo conto che pensiamo di possedere le cose, di averne il controllo, ma in realtà sono le cose che possiedono noi.
Subiamo inconsapevolmente il lavaggio del nostro cervello con pubblicità studiate ad hoc per farci consumare, acquistare ed aggiungere, ancora, ancora e ancora.
Io ne ho subìto il subdolo fascino per buona parte della mia vita. Poi per tutta una serie di concause mi sono resa conto che stavo sbagliando qualcosa, che quella non era la soluzione, perché se fosse stata la soluzione la mia insoddisfazione sarebbe dovuta cessare, e che se avessi continuato così sarei diventata schiava di un carrozzone che mi avrebbe portato ad ammalarmi.
Qualche anno fa mi trovai a dover vendere un immobile, e ricordo perfettamente che l’agente immobiliare si era raccomandata di mettere in ordine casa, togliere i quadri dal muro e i vari gingilli dai mobili, perché questo avrebbe distratto il potenziale compratore.
Questa cosa mi fece riflettere, perché se un quadro appeso al muro o un soprammobile, da una semplice fotografia, poteva distrarre e togliere il focus al visitatore, cosa poteva fare tutta quella roba alle persone che abitano nella propria casa? Di’ la verita! Non ci avevi mai pensato eh…crediamo che quello che abbiamo nelle nostre case siano tutte necessarie, ma alcune statistiche affermano che utilizziamo soltanto il 20 % di quello che abbiamo. E il restante 80%? Pura distrazione, un buco nero dove finisce la nostra energia fisica e mentale. E poi ci domandiamo come mai siamo sempre stanchi anche senza aver fatto nulla o inconcludenti. Ecco, io ho cominciato a farmi un’idea.
Mi sono detta “e se invece di aggiungere, togliessi?”"
"Nel 2015 ho scoperto “per caso” il decluttering, che significa “sgomberare” “eliminare”: avevo in programma un trasloco nei successivi mesi, così decisi di fare una pulizia profonda di oggetti e vestiti in modo da portarmi via solo quello che mi sarebbe servito e fare meno fatica (ne so qualcosa, quest’anno compio 44 anni e sono già a quota 5 traslochi).
I benefici che ottenni furono enormi. Tanto per citarne alcuni mi resi conto che gli eventi avevano inspiegabilmente acquisito una fluidità unica, come una danza, la qualità del mio sonno era migliorata ed avevo più energia, rimanevo più concentrata nelle faccende domestiche e lavorative.
Ma poi questa cosa di prendermi cura del mio nido, delle mie cose, di fare attenzione a tutto mi stava piacendo moltissimo. Ad ogni cassetto che sistemavo, era come se stessi mettendo ordine interiormente una parte di me. Un viaggio, una scoperta. E più stavo bene, e meno era il bisogno di avere cose.
Curiosa questa cosa, non trovi?!
Ricordo che avevo preso carta e penna e, setacciando una stanza alla volta, mi ero annotata tutto quello che secondo me necessitava di una revisione.
Non mi ero data un obiettivo a lungo termine, del tipo “devi sistemare tutta la casa entro i prossimi dieci giorni”, non sarebbe stato possibile, perché lavoravo e onestamente quando si svolgono certe mansioni, sai quando cominci ma non quando finisci.
Il mio obiettivo fu quello di dedicare almeno quindici minuti al giorno al decluttering. C’erano giorni che gli dedicavo il minimo sindacale e altri giorni dove proseguivo anche per un’ora.
E’ stato proprio un viaggio, assaporavo ogni singola tappa, ogni scoperta. Benedicevo tutto quello che lasciavo andare, dai calzini ai documenti vecchi e inutili, dalle padelle ai vecchi costumi da bagno (che continuavo a tenere senza saperne il motivo) con la fiducia e sicurezza che stava per arrivare nella mia vita il nuovo.
Perché il concetto è proprio questo: lasciare andare il vecchio per far arrivare il nuovo.
Se qualcuno me lo avesse detto prima, io non ci avrei mai creduto.
Ti avverto subito, è un processo che richiede tempo, bisogna rispettarne la decantazione e lasciare che questo modo di vivere diventi parte integrante di noi, non solo sul piano fisico e mentale, ma anche spirituale.
Ad oggi, aprile 2023, ho raggiunto un buon livello di gestione e osservazione di ciò che mi circonda e come ti dicevo prima ho ottenuto e ottengo ogni giorno molti benefici."
"Il più importante? Il tempo. Sì, oltre ad avere più energia e più concentrazione, sto liberando ed ottimizzando il mio tempo. E posso affermare con quasi la totale certezza che la piaga di questo ventunesimo secolo è proprio quella di non avere tempo per noi stessi.
A questo punto domandati sempre se quella cosa ti dà gioia e se è funzionale per te o se lo stai tenendo perché ti è stata regalata, ma non ti piace neanche un po’, anzi, ogni volta che la vedi ti viene anche un po’ il nervoso perché non è in linea con i tuoi gusti ma siccome te l’hanno regalata i colleghi…
Se queste parole ti risuonano, datti l’opportunità di scoprirlo, cominciando a togliere.
Se temi di non riuscirci o se il solo pensiero di doverti liberare di alcuni oggetti ti fa mancare il respiro, puoi momentaneamente “parcheggiarli” dentro ad una scatola per un tempo X (due settimane? Un mese? Decidi tu): non li hai buttati/regalati/venduti, sono ancora lì con te, ma non sono sotto i tuoi occhi. Al termine del periodo stabilito vedi un po’ come ti senti. Sei sopravvissuto/a senza quella bomboniera sul mobile? Sei stato/a meglio o peggio? Che dici, puoi farne a meno? Poi passa all’azione.
Non lasciarti dominare dagli oggetti, nulla ci appartiene, nemmeno il corpo in cui abita la nostra anima.
Declutterando e riordinando puoi davvero riprendere in mano la gestione di te e del tuo tempo e liberarti della frustrazione che ti attanaglia da troppo tempo.
Hai voglia di cominciare questo viaggio? Credimi, sarà magnifico.
Un abbraccio.
Greta
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